“Aiello? Callipo? Aiello e Callipo? Cambiando l’ordine degli addendi il ‘fattore k’* rimane immutato e del MoVimento 5 Stelle neanche l’ombra! Complimenti a tutti gli strateghi piccoli e grandi che hanno proseguito nella svendita elettorale. Cosa ci avranno guadagnato? Sarà il tempo a dircelo”.
Parole al vetriolo quelle vergate con un post dalla parlamentare Dalila Nesci del MoVimento 5 Stelle.
“Aver attivato il dibattito pubblico sulla ‘questione calabrese’ mesi fa con la mia candidatura alla Presidenza della Regione Calabria – aggiunge – ha squarciato il velo di ipocrisia (il voto su Rousseau è stato solo l’ultima conferma), ma allo stesso tempo ha creato scompiglio. La mia candidatura nasceva dalla conoscenza dei fatti interni e dalla consapevolezza che in un quadro così complicato solo un nome di garanzia del M5S poteva tutelare 10 anni di storia politica per metterli a disposizione della Calabria che tanta fiducia ci aveva concesso. Ho parlato pubblicamente e senza infingimenti, non è bastato evidentemente. Molti attivisti/e pensavano che la deroga al regolamento per la mia candidatura (tra l’altro come quella confezionata per Cancelleri) fosse un problema insormontabile ed una deroga ai nostri principi. Ma li stavano soltanto usando per proseguire nel disegno di sfacelo. Adesso spiegatemi quali principi sono rimasti nella scelta di Aiello o addirittura di mettersi sotto Callipo”.
Secondo Nesci “Di fatto il M5S in Calabria in queste prossime elezioni regionali è evaporato e c’è solo da vergognarsi. In questi anni, senza alcun consigliere regionale del M5s abbiamo stentato ad avere un’attività radicata sul territorio, verissimo: però abbiamo sopperito dal Parlamento con mille battaglie e tante difficoltà. Battaglie che sono state usate per avanzare in credibilità e consensi elettorali ma che al Governo sono state disperse, basti pensare al tema sanità. E ancora, chi se ne frega di una terra violentata dalle ’ndrine, usata dalla massoneria deviata e raggirata dalla mala politica? Nessuno ve lo assicuro. O ci svegliamo noi calabresi con una rivoluzione culturale e facciamo avanzare i migliori o dovremo ancora patire per molto. Il M5S poteva/doveva porre in campo un’azione politica straordinaria -visto che la situazione lo richiedeva- per le #ElezioniRegionali2020, invece i vecchi schemi sono stati rilanciati. ‘Lasciamoli scannare tra loro’ qualcuno ha pensato, ‘tappate la bocca alla Nesci’ nel frattempo”.
“Noi avevamo un patrimonio elettorale che non era di nostra proprietà – prosegue la parlamentare -, ma da spendere e mettere a servizio dei Calabresi. Questo tradimento politico che ha ucciso la speranza di un vero cambiamento è imperdonabile, soprattutto per chi ci ha creduto ed ha investito tempo ed emozioni. Se si continua così il M5S in Calabria è morto, ma sappiate che le idee che lo hanno animato non moriranno in ogni caso”.
“Io non mi sento per niente avvilita, né sorpresa dagli eventi. Ma non sono stata eletta per raccontare balle a chi ci ha eletto e sostenuto. Chi si presta ai soliti giochi della vecchia politica – conclude Dalila Nesci -sarà spazzato via dalla storia, lasciando come sua traccia soltanto vacuità”.
* probabilmente per fattore k” si intende quella definizione che Alberto Ronchey inventò nel 1979 per spiegare il mancato ricambio delle forze politiche al governo. (ndr)