Ombre ma anche diverse luci nella sanita’ calabrese. La relazione del Procuratore della Corte dei Conti, Romeo Ermenegildo Palma, per la parifica del rendiconto 2022 della Regione Calabria conferma “ampie criticita’ nella gestione” ma anche importanti inversioni di tendenza. Quanto alle criticita’, per la Procura contabile il richiamo e’ in primo luogo all’assenza di bilanci della Gsa (gestione sanitaria accentrata), la riapertura dei bilanci aziendali adottati previa revoca del bilancio stesso, l’assenza del bilancio consolidato che ad oggi non risulta formalizzato e i cui valori risultano non definitivi”. Si sottolinea un avanzo ma per la Procura contabile “il relativo ammontare consegue al ritardo degli interventi che avrebbero dovuto essere messi in atto per l’erogazione dell’assistenza sanitaria attraverso il potenziamento dei Lea e all’iscrizione dei contributi dello Stato a sostegno del piano di rientro della Regione Calabria. In definitiva un avanzo non frutto dell’adozione di percorsi gestionali virtuosi ma di particolari condizioni occasionali e quindi contingente. Circostanza che rende il dato inserito nel Ce al IV trimestre inidoneo a dare una rappresentazione”.
Ancora, criticita’, per la magistratura contabile, e’ “il mancato rispetto di termini di pagamento evidenziato dall’indicatore Tempestivita’ pagamenti (Itp), al quale conseguono consistenti oneri finanziari: per l’esercizio finanziario 2022 si registrano pagamenti effettuati oltre i termini fissati per 667,9 milioni, in aumento rispetto all’importo dell’esercizio finanziario 2021 determinato in 589,3 milioni”. Un capitolo a parte riguarda Azienda Zero, per il cui avvio per la procura della Corte dei Conti “risultano ancora irrisolte alcune criticita’, lo stesso Dipartimento Tutela della Salute ha comunicato, in fase istruttoria non aver posto in essere alcuna attivita’, neppure prodromica, afferente al passaggio di consegne da parte della gestione sanitaria accentrata”.
Quanto all’azione commissariale nella Regione Calabria “fino all’avvio della gestione attuale e’ oggettivamente connotata dalla scarsa capacita’ di incidere sulle cause del procrastinarsi delle condizioni che hanno reiterato i commissariamenti: alla base di tale assenza di risultati ha concorso il management aziendale il cui operato e’ caratterizzato da report insoddisfacenti, da ampie e inescusabili inefficienze e da ingiustificabili ritardi nell’adozione di stretta competenza”.
La Procura della Corte dei Conti comunque riconosce anche le azioni positive del commissario della sanita’, che – si legge – “ha promosso percorsi di rifunzionalizzazione della gestione per la normalizzazione della erogazione dei Lea, ulteriori iniziative funzionali a dotare il sistema sanitario di risorse umane e strumentali idonee a ad assicurare il rispetto del diritto costituzionale alla salute, il deciso impegno del commissario straordinario/presidente della Regione a rendere la rete ospedaliera idonea a far fronte alla domanda della popolazione in un territorio regionale fortemente caratterizzato da una peculiare orografia e inversione di tendenza rispetto alle precedenti gestioni commissariali” in diverse iniziative tra cui quella del sistema territoriale di emergenza-urgenza 118 e l’accordo tra la Dulbecco e l’ospedale pediatrico Bambino Gesu’.