I sindaci del Crotonese ricorrerano al Tar per ottenere l’immediata sospensiva dell’ordinanza con cui, lo scorso 14 luglio, la Regione ha disposto che tutti i rifiuti della Calabria, almeno fino al prossimo 30 settembre, vengano smaltiti a Crotone, in particolare nella discarica privata di Sovreco.
Nel caso in cui il tribunale amministrativo non dovesse concedere la sospensiva, i primi cittadini sono pronti a dimettersi. Sono queste le decisioni adottate dai sindaci dell’Ato rifiuti della provincia di Crotone, che si è riunito questa mattina in via straordinaria nella discarica di Sovreco, in località Columbra, per impedire che i camion con la spazzatura proveniente dalle cinque province calabresi, complessivamente 600 tonnellate al giorno, facciano ingresso nell’impianto di smaltimento.
«Io sono disposto a dimettermi», ha annunciato il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, «non è tollerabile che la provincia di Crotone sia trattata così. Non siamo la pattumiera della Calabria».
Alla riunione erano presenti quindici sindaci, in rappresentanza dei comuni più popolosi del Crotonese, che si sono trovati d’accordo sulla linea della resistenza a oltranza contro la decisione del presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì.
L’ordinanza – per i primi cittadini del territorio – suona come una beffa, considerato che nei giorni scorsi l’Ato di Crotone aveva raggiunto un accordo per smaltire i rifiuti della provincia nei siti di Lamezia Terme e Gioia Tauro. L’intesa non solo è stata disattesa, ma addirittura ribaltata dall’ordinanza di Spirlì. Non solo. Lo smaltimento nella discarica privata costerà ai crotonesi 180 euro a tonnellata, mentre a Lamezia e Gioia Tauro il costo si aggirava sui 90 euro.
Come se non bastasse, i 27 comuni del Crotonese non riusciranno neppure a smaltire per intero i volumi di spazzatura prodotti in loco, circa 180 tonnellate al giorno, dal momento che le quantità maggiori, 450 tonnellate, sono state assegnati alle province di Cosenza e Reggio Calabria.
Per il sindaco di Crotone in questa situazione, «i Comuni del crotonese rischiano il dissesto finanziario provocato dalla Regione Calabria, considerato il raddoppio della tariffa».