Salgono a due le persone arrestate per l’omicidio di Mykola Ivasiuk, ucraino di 37 anni morto lunedì notte dopo una violenta lite fuori da un bar di Casazza, in provincia di Bergamo: si tratta di due italiani, il primo coinvolto nella rissa e il secondo accusato di favoreggiamento, per aver aiutato a scappare un altro uomo, pure coinvolto nella rissa e tuttora ricercato. Tra loro c’è un 30enne calabrese M.R. di Botricello in provincia di Catanzaro.
I carabinieri di Clusone stanno cercando di capire le cause del violento litigio, avvenuto all’esterno del Rosy bar, lungo la strada statale che attraversa il paese della valle Cavallina. Mykola Ivasiuk ci abitava da una decina d’anni, così come sua madre e suo fratello. A Leopoli aveva lasciato la moglie, dalla quale era separato, e una figlia di 16 anni. Negli anni aveva svolto diversi lavori, tra cui badante e operaio, oltre a un impiego in un’azienda del settore ortofrutticolo. Risiedeva nel palazzo di fronte al bar. Nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia sulla salma, che poi verrà riaffidata ai familiari per i funerali.
Al momento la più accreditata delle piste è quella legata ai futili motivi: sembrerebbe che tra Ivasiuk e due avventori del locale di via Nazionale sia scoppiato un diverbio. Dalle parole si è passati alle mani, e l’ucraino è stato colpito con violenza al capo. I soccorritori l’hanno trovato riverso a terra a petto nudo agonizzante. Per lui non c’era ormai più nulla da fare. I carabinieri di Clusone hanno poi individuato e portato in caserma uno dei due aggressori, mentre l’altro è stato bloccato nelle scorse ore dopo un breve tentativo di fuga. Si indaga per omicidio preterintenzionale.