“Il decreto ministeriale sugli standard ospedalieri va modificato alla svelta. L’ho chiesto in una specifica interpellanza urgente, che ho presentato proprio oggi. È ormai evidente che questo decreto penalizza molto territori come Cariati e le altre aree disagiate o le zone montane, che soprattutto in Calabria presentano gravi problemi di viabilità e di trasferimento dei pazienti”. Lo afferma, in una nota, il deputato di “L’alternativa c’è” Francesco Sapia, della commissione Sanità della Camera, a seguito della visita all’ex ospedale di Cariati (Cs), nel corso della quale ha espresso la propria vicinanza agli esponenti del movimento delle Lampare, da mesi in protesta per la riapertura del presidio.
“Il ministro Speranza – ricorda il parlamentare – ha già manifestato la sua intenzione di modificare quel decreto, risalente al 2015. Si tratta di un provvedimento che, specie con la pandemia, ha mostrato la sua assoluta inadeguatezza. Il ministro sia dunque conseguente con le sue dichiarazioni”.
“A Cariati – prosegue il deputato di L’alternativa c’è – manca ancora personale, sia per la Dialisi che per il Punto di primo intervento, così come nel resto della regione. Stessa situazione si registra all’ospedale di Corigliano, dove la Neurologia è rimasta bloccata per l’assegnazione del personale di questa unità operativa al reparto Covid di Rossano. Sempre a Corigliano, il Pronto soccorso è in sofferenza. È perciò urgente provvedere in tempi rapidi, tanto per le esigenze di Cariati, quanto per quelle di Corigliano. A tal fine – propone il parlamentare – vanno subito sbloccati i 180 milioni in tre anni che il governo ha stanziato per il Servizio sanitario calabrese e nell’immediato va riorganizzato il personale in servizio, come ho chiesto al direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, che mi ha garantito il suo impegno per i bisogni di Cariati, per ripristinare le attività della Neurologia di Corigliano e per rafforzare l’organico del Pronto soccorso dello stesso nosocomio”.
“In quanto al presidio di Cariati, è giusto – conclude Sapia – che al più presto sia reinserito nella rete dell’assistenza ospedaliera, perché la sanità non si fa soltanto con la telemedicina e la digitalizzazione previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, benché senz’altro utili”.