Cinque anni di reclusione per aver corrotto Concetta Ferrari, ex Direttore Generale del Ministero del Lavoro: questa la condanna inflitta a Francesco Cavallaro dal Giudice dell’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Napoli, Enrico Campoli, che ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero Henry John Woodcock. Secondo la Procura della Repubblica di Napoli, il Direttore Generale del Ministero del Lavoro avrebbe ricevuto tra il 2019 e il 2022 utilità non dovute, tra cui l’assunzione del figlio Alessandro Rossi presso Unipegaso quale professore a contratto, da Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL. La corruzione sarebbe stata finalizzata ad ottenere il nulla osta del predetto Ministero alla scissione asimmetrica parziale del patronato ENCAL-INPAL e in seguito un trattamento assolutamente privilegiato e di favore rispetto al patronato INPAL.
“Prendiamo atto con soddisfazione dell’accertamento di responsabilità” affermano gli avvocati Murone e Dell’Anno, che proseguono: “Giustizia e verità hanno sempre caratterizzato l’agire dei nostri assistiti, che si sono costituiti parti civili proprio al fine di contribuire al relativo accertamento: giustizia e verità che oggi l’autorità giurisdizionale ha loro restituito. Il provvedimento, le cui motivazioni saranno rese note entro novanta giorni, consentirà di ricostruire i fatti e obbliga a ristorare AIC e INPAL dei danni subiti, stimati in milioni di euro. Il tempo è galantuomo”.
Anche l’Università Telematica Pegaso, difesa dall’Avvocato Giuseppe Iannaccone, si è costituita parte civile nel procedimento. ontestualmente, quattro anni di reclusione sono stati inflitti a Danilo Iervolino e due anni e otto mesi a Mario Rosario Miele.In precedenza, ricordano gli avvocati Murone e Dell’Anno, diverse sentenze amministrative del TAR Lazio avevano già riconosciuto nel merito come le somme pubbliche del Fondo Patronati ai sensi della l. n. 152 del 2001, “fossero state spartite in maniera non conforme a legge”.
(Agenzia Dire-www.dire.it)
Il commento alla sentenza di Francesco Cavallaro.
“Apprendo con grande stupore della condanna emessa dal Gup di Napoli. È questo perché in un solo momento sono state contraddette 20 pagine di motivazione del tribunale libertà e la conforme pronuncia resa dalla corte di Cassazione, a cui aveva fatto ricorso il pubblico ministero, che avevano accertato l’assenza a mio carico finanche dei semplici indizi di colpevolezza. È difficile comprendere come oggi quelle identiche carte abbiano potuto dimostrare la mia responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio. Aspetto quindi con fiducia che il giudizio di appello corregga questa incredibile e inspiegabile contraddizione. Sono convinto che la giustizia non sia una lotteria che possa cambiare secondo chi sia il soggetto che estrae i dati dal bussolotto. Questo mi rende sereno e fiducioso in ordine all’esito finale del processo che è quello che conta secondo la legge e secondo i principi di civiltà della nostra società”.
Il commento della Segreteria Generale della Cisal
“In relazione a quanto disposto dal tribunale di Napoli, la Segreteria Generale della Cisal conferma tutta la propria fiducia nella persona del Segretario Generale Francesco Cavallaro. La Segreteria, altresì, in piena autonomia e libertà, manifesta la più ampia solidarietà a Francesco Cavallaro, nella convinzione che, al termine di tutto l’iter giudiziario, ne sarà dimostrata la totale estraneità da ogni accusa”.