Così come riporta ilpost.it, a partire da inizio marzo la gran parte degli abitanti di Hong Kong hanno ricominciato gradualmente a tornare al lavoro, i mezzi pubblici sono tornati a riempirsi, e hanno riaperto bar e ristoranti. Lentamente la metropoli sembrava sulla strada per tornare alla normalità, dopo aver scampato il peggio dell’epidemia. Ma nell’ultima settimana a Hong Kong è successo quello che molti scienziati ritengono sia lo scenario più probabile per i prossimi mesi anche in Europa e in America. Sono stati registrati nuovi contagi, con un picco di 82 casi rilevati soltanto domenica: raggiungendo così un livello tale da richiedere nuove misure restrittive.
Dallo scorso weekend i lavoratori hanno ricominciato a rimanere a casa, i parchi sono stati chiusi, gli assembramenti di più di quattro persone in pubblico sono stati vietati, i cinema hanno chiuso, i bar e ristoranti hanno cominciato a contingentare gli ingressi alla metà dei coperti, con un massimo di quattro persone per tavolo e con i tavoli distanziati. Visto che almeno in parte i nuovi casi di contagio sembrano essere arrivati dall’estero, l’aeroporto è stato chiuso agli stranieri, anche solo a quelli in transito, e i residenti di rientro sono messi in quarantena per 14 giorni. A Shanghai c’è una situazione simile: i cinema, che avevano recentemente riaperto, sono di nuovo chiusi. L’ultima polemica dovuta all’ok del Governo Italiano che concede una “passeggiata sotto casa” con un solo figlio per volta, ha portato molti sindaci e presidenti di regione a opporsi sulla nuova deroga, proprio per scongiurare nuovi contagi che finalmente iniziano a decrescere. Il concetto di stringere ancora i denti potrebbe scongiurare uno scenario come quello di Hong Kong.
Seconda quarantena a Hong Kong: ecco quello che rischiamo
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