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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Si chiamava Anàs il bimbo di 6 anni recuperato nel mare di Lamezia Terme lo scorso aprile

È stato identificato il corpo del bambino recuperato il 14 aprile 2024 dalla Guardia Costiera di Vibo Valentia, su segnalazione di un pescatore, nelle acque antistanti l’area industriale di Lamezia Terme, tra l’ex pontile SIR e la foce del fiume Amato. Il bambino si chiamava Anàs Zouabi. Sin da subito si è ipotizzato che si trattasse di un bambino di origine extracomunitaria, dell’apparente età di 6-8 anni, annegato durante uno dei tanti viaggi della speranza, con cui persone in cerca di un futuro migliore tentano disperatamente di raggiungere le coste italiane dalle coste del Nord Africa, spesso su imbarcazioni precarie.

A seguito del ritrovamento, la Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha avviato un procedimento penale contro ignoti per immigrazione clandestina, delegando indagini per individuare la tratta e le dinamiche del naufragio, oltre che per identificare i resti del corpo recuperato. È stato quindi disposto un esame autoptico e conferito un incarico di consulenza tecnica per accertamenti genetici, con l’obiettivo di estrarre e tipizzare il DNA per eventuali comparazioni future. Le indagini condotte dal personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Lamezia Terme si sono concentrate inizialmente sull’analisi delle segnalazioni provenienti da altri uffici di polizia riguardanti sbarchi sulle coste meridionali del territorio nazionale o ritrovamenti in mare di soggetti deceduti, oltre a una ricognizione attenta di informazioni rilevabili dalle cosiddette fonti aperte.

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La Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha avviato un coordinamento investigativo con la Procura di Messina, dove è stato rinvenuto un altro cadavere collegato allo stesso naufragio. Le indagini della Polizia di Stato hanno permesso di rintracciare una donna che aveva perso il marito e il figlio di 6 anni nel naufragio del 5/6 febbraio. La presenza nell’elenco dei dispersi di un bambino di 6 anni ha portato gli investigatori a ipotizzare che i resti trovati in mare davanti alla zona industriale ex SIR potessero essere quelli del bambino. Interlocuzioni con le autorità consolari tunisine di Napoli hanno consentito di ottenere il profilo genetico della madre.
La conferma è arrivata dalla comparazione del DNA dei resti del bambino con quello fornito dal Consolato tunisino. I resti appartenevano ad Anàs, un bambino di 6 anni, partito con il padre da Bizerte (Tunisia) per raggiungere le coste della Sardegna. Il padre risulta ancora disperso. Sono in corso le procedure per il rimpatrio della salma del bambino. Il procedimento penale è in fase investigativa.

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