“La settimana di Ferragosto si è appena conclusa, e come ogni anno, l’intera Regione Calabria si è trovata a fare i conti con una crisi sanitaria devastante. Il picco dell’afflusso turistico, combinato con la riduzione del personale dovuta alle ferie estive, ha messo in ginocchio il Sistema Sanitario Regionale (SSR). Noi dell’Unione Sindacale di Base (USB) avevamo lanciato numerosi allarmi su quanto fosse prevedibile un simile collasso e avevamo chiesto a gran voce un aumento significativo di personale durante il periodo estivo. Ma, ancora una volta, le lentezze burocratiche e i vincoli di spesa hanno fatto sì che solo poche aziende del SSR accogliessero le nostre richieste”. E’ quanto si legge in una dettagliata nota dell’Usb Calabria che prosegue: “Il quadro nei reparti ospedalieri è stato sconfortante: posti letto ridotti, prestazioni rallentate, e soprattutto, una pressione insostenibile sui Pronto Soccorsi, affollati oltre ogni limite in tutta la regione. Tuttavia, il vero disastro si è verificato nel sistema dell’emergenza urgenza, con interventi ritardati o addirittura non effettuati dalle ambulanze del 118, situazione che ha messo a rischio la vita di numerosi cittadini. A complicare ulteriormente la situazione, il nuovo sistema di Emergenza/Urgenza Regionale, tra l’introduzione del Numero Unico di Emergenza, il riordino delle centrali operative e la nascita dell’Azienda Zero come responsabile del servizio, ha generato una serie di confusione e disservizi. Non tutte le nuove postazioni delle ambulanze previste sono state attivate in tempo per l’estate, e quelle che lo sono state risultavano spesso inutilizzabili perché prive di infermieri e dotate solo di autisti-soccorritori. USB – si sottolinea nella nota – aveva richiesto l’utilizzo della graduatoria di infermieri, stilata appositamente per il servizio di emergenza urgenza, ma ci è stato risposto da alcune aziende che non era possibile procedere per mancanza di fondi. Una risposta che risulta inaccettabile, soprattutto se confrontata con la spesa che la Regione Calabria continua a sostenere per finanziare le ambulanze private, sparse su tutto il territorio. Ma mentre si negano, oltre alle nuove assunzioni, i corsi di formazione a gli infermieri del 118 per mancanza di risorse, si sovvenziona lautamente il privato. Un costo che è di fatto insostenibile per il pubblico: nel nostro sistema sanitario regionale esistono due tipologie di ambulanze private. La prima prevede che il privato fornisca solo l’autista e il mezzo, mentre il personale sanitario è a carico del pubblico. Per questo servizio, la Regione Calabria paga circa 180.000 euro all’anno per ogni mezzo. La seconda tipologia, chiamata “Victor”, è ancora più dispendiosa: queste ambulanze, attive 24 ore su 24, costano al SSR 60 euro l’ora, per un totale annuale di 518.000 euro ciascuna. Tuttavia, queste ambulanze sono demedicalizzate e senza infermieri, ovvero a bordo vi sono solo un autista e un soccorritore. La gravità della situazione è evidente quando, a causa della scarsità di mezzi pubblici, le ambulanze “Victor” vengono inviate su codici rossi, in violazione di tutte le norme e linee guida sanitarie. Se la Regione investisse queste enormi risorse nel servizio del 118 pubblico, oltre che garantire una corretta e continua formazione al personale sanitario, potremmo garantire la presenza di personale sanitario qualificato, infermieristico e medico, capace di intervenire efficacemente su tutti i tipi di emergenze, compresi i codici rossi. Sarebbe una scelta di buon senso che migliorerebbe enormemente la qualità del servizio offerto ai cittadini e la sicurezza degli interventi”.
Un ulteriore motivo per cui USB chiede con forza lo storno delle risorse dalle ambulanze private a quelle pubbliche è legato alle continue segnalazioni di violazioni dei diritti dei lavoratori nelle croci private. In molti casi, veri e propri rapporti di lavoro subordinato vengono mascherati come collaborazioni volontarie a “rimborso spese”, con compensi inferiori ai 5 euro l’ora, senza diritto alle ferie, malattia o versamenti contributivi. Non possiamo tollerare che questi abusi continuino nell’indifferenza generale, mentre si sperperano milioni di euro che potrebbero essere meglio utilizzati per migliorare il servizio pubblico.
La nostra proposta per il futuro
USB Sanità Calabria chiede che vengano immediatamente rivisti i criteri di finanziamento delle ambulanze private e che le risorse attualmente destinate a questo scopo vengano dirottate verso il potenziamento del servizio pubblico. Sarebbe una mossa strategica che non solo migliorerebbe l’efficacia degli interventi di emergenza, garantendo la presenza di personale qualificato anche sui codici rossi, ma migliorerebbe anche le condizioni di lavoro degli operatori del 118 e, a lungo termine, potrebbe rappresentare un risparmio per l’intero Sistema Sanitario Regionale. Noi, dell’Unione Sindacale di Base, non ci fermeremo finché non vedremo un cambiamento tangibile. Non possiamo più permettere che il SSR venga sacrificato sull’altare delle ambulanze private e delle scelte politiche scellerate. Il 118 pubblico ha bisogno di essere valorizzato e potenziato, non svuotato delle sue risorse e lasciato a fronteggiare emergenze con mezzi inadeguati”.