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mercoledì, 27 Novembre, 2024
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Sospiro di sollievo per ex dipendenti e fornitori: Lo Stato pagherà per fallimento società pubbliche calabresi

Ex dipendenti e fornitori di alcune importanti società pubbliche territoriali che operavano nel territorio di Crotone, ma anche di altre province della Calabria, e che sono ormai fallite, potranno riavere tutti i loro soldi che ormai credevano perduti. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha dato via libera ad una ventina di cause intentate dall’avvocato Francesco Verri contro lo Stato italiano per conto di fornitori ed ex dipendenti di società ed aziende pubbliche crotonesi, tra le quali l’Azienda sanitaria provinciale, la Provincia e Soakro, la società interamente partecipata dai Comuni del Crotonese che gestiva il servizio idrico prima di fallire lasciando all’asciutto centinaia di dipendenti e di fornitori.

In base ai ricorsi accolti finora dai giudici europei, i creditori potranno riavere 3 milioni di euro, ma la pioggia di denaro potrebbe essere solo all’inizio, dal momento che l’avvocato Verri ha presentato un centinaio di ricorsi per il “recupero” di decine di milioni di euro. Nello specifico l’accordo intervenuto tra la Corte di Strasburgo e il governo italiano prevede che entro due mesi Palazzo Chigi faccia saldare ai creditori le somme dovute dall’Azienda sanitaria, dalla Provincia e da Soakro, mentre risarcirà direttamente agli stessi creditori i danni morali. L’elemento sul quale ha fatto leva l’avvocato Verri, penalista crotonese specializzato anche nel diritto europeo, è quello del potere in capo alla Corte di Strasburgo di condannare gli Stati a pagare alle imprese e ai cittadini i crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Il motivo è che i ritardi violano un diritto fondamentale: la proprietà.
Ma spesso le società controllate hanno fatto di peggio: hanno accumulato enormi debiti e infine sono fallite senza pagarli. Anche in questo caso Strasburgo può intervenire ribaltando la pendenza sul Governo centrale. Su queste basi, da Crotone sono partiti un centinaio di ricorsi alcuni già conclusi, altri da decidere a breve. Nelle cause finite, la Corte ha proposto al Governo e ai ricorrenti un accordo. Entro il 15 marzo Roma dovrà fare in modo che gli enti locali paghino i crediti congelati o che sembravano perduti. Entro la stessa scadenza, il Governo dovrà liquidare anche i danni morali. Nell’attesa, la Corte europea ha cancellato le cause dal ruolo. Ma, così come prevede il regolamento, è pronta a reiscriverle se lo Stato non rispetterà l’impegno assunto. In questo caso, l’esito si può considerare scontato: il Governo sarà condannato a pagare i crediti al posto degli enti periferici.
«La causa Soakro può avere riflessi importantissimi – spiega l’avvocato Verri, penalista cinquantenne specializzato anche nel diritto europeo -. Ne abbiamo iniziato altre per i crediti di lavoratori, professionisti e lavoratori verso Gestione Servizi, Akros e l’Aeroporto Sant’Anna. La situazione è uguale e quindi è ragionevole aspettarsi la stessa conclusione. Poi ci sono Ambiente e Servizi, che a Catanzaro gestiva la raccolta differenziata ed è fallita anch’essa, e il Corap che ha 50 milioni di euro di debiti. Con l’avvocato Salvatore Ioppoli stiamo preparando il primo ricorso che riguarda la Fondazione Campanella». In Calabria i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese valgono un miliardo. In Italia, secondo le stime di Confartigianato, 58 miliardi. Fra questi ci sono anche quelli dei comuni in dissesto, più di mille.

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Molti dei ricorsi decisi dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Stasburgo, che ha imposto al Governo italiano di pagare entro due mesi i danni morali e di far pagare i crediti vantati verso la pubblica amministrazione, riguardano cliniche, laboratori, farmacie della provincia di Crotone. L’Azienda sanitaria provinciale dovrà farvi fronte nonostante il decreto Calabria e l’impignorabilità delle casse della sanità fino al 31 dicembre 2023. Merito della giustizia internazionale, che non tollera ritardi superiori all’anno e due mesi e che considera il mancato pagamento una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Entro il 15 marzo i creditori dovranno quindi avere il loro denaro. Inevitabili le ripercussioni su tutta la sanità calabrese, commissariata, nonostante l’apposito decreto che sancisce l’impignorabilità delle somme aziendali fino al 31 dicembre 2023. Entro il 15 marzo, il Governo dovrà liquidare anche i danni morali. Nell’attesa, la Corte europea ha cancellato le cause dal ruolo. Ma, così come prevede il regolamento, è pronta a reiscriverle se lo Stato non rispetterà l’impegno assunto. «Queste decisioni sono importanti perché risolvono un problema a tante aziende che potrebbero contare sui loro soldi e invece fanno fatica, si indebitano, sono costrette a vendere», spiega l’avvocato Verri. «Ma la partita che si sta giocando a Strasburgo – aggiunge – ha anche altri risvolti. Gli enti che stanno subendo i nostri ricorsi ora sanno che se non si mettono in regola con i pagamenti arriva la diffida del governo. Il governo sa che se non mette mano al problema i ricorsi possono diventare migliaia».
(Agi)

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