Soveria Mannelli (CZ)- “Da giugno ad oggi il tetto dell’ospedale di Soveria Mannelli rimane con le sue crepe e fratture tali da inficiare l’utilizzo delle sale operatorie e in parte della radiologia, crediamo altresì sia fortemente dissennato aspettare ancora, quando a ridosso dell’autunno in queste latitudini i temporali bussano alla porta”. Lo scrive il Comitato pro ospedale del Reventino.
“Fosse solo il problema delle due specialistiche – aggiunge – saremmo su una botte di ferro visto l’andazzo. Qui manca la direzione sanitaria, il cardiologo, il paventato gastroenterologo, i paventati fisioterapisti, gli ambulatori posti in essere e mai visti, e poi le due torri sulla scacchiera: la riabilitazione cardiologica e il centro per i disturbi alimentari più volte sbandierate come emblema della non dimenticanza dei vertici per questo territorio. Una narrazione più volte sentita, compresa la direzione aziendale. E invece l’ospedale vivacchia, essì vivacchia, visto che nemmeno l’emergenza urgenza può definirsi completa visto che l’ambulanza sempre di più sovente è demedicalizzata, detto alla buontempona: è senza medico. Insomma il territorio è dimenticato da chi ne ha la competenza gestionale e sembra abbastanza chiaro”.
Nella nota inoltre, sottolinea che “Nemmeno il protocollo dell’Agenas in quota Pnrr si comprende a che punto sia, visto che eravamo stati declassati. Intanto il comitato apertamente lancia una proposta alla direzione aziendale, nonostante pare che l’iter per la sistemazione del tetto sia completato burocraticamente, ma non definito materialmente vista l’assenza delle maestranze. Intendiamo informare apertamente chi di competenza che alcuni maestri muratori del comprensorio hanno dato la loro disponibilità a svolgere gratis il lavoro di ripristino delle crepe sul tetto e molti cittadini ci stanno invocando di avviare una raccolta fondi per l’acquisto del materiale necessario. Ci serve solo il “placet” aziendale e l’intervento per il ripristino del tetto lo facciamo partire noi, lo chiediamo ancora una volta apertamente al commissario dott. Lazzaro che nelle sue prerogative può concederci tale onere”.