Nelle prime ore di questa mattina, a Catanzaro e Laureana di Borrello (Reggio Calabria) con un dispositivo complessivo di circa 95 unità, i carabinieri del Comando Provinciale di Monza Brianza (Reparto Operativo – Nucleo Investigativo e Compagnia di Seregno), con il supporto dei reparti dell’Arma territoriale di Catanzaro e di Reggio Calabria, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 56enne – l’unico ferito nella sparatoria – e dei suoi 2 figli di 29 e 31 anni. I tre sono indagati per tentato omicidio, porto illegale di arma da fuoco e sparatoria in luogo pubblico. L’ordinanza è stata emessa mercoledì 19 luglio dal gip del tribunale di Monza su richiesta della Procura della Repubblica. Sono state eseguite anche 7 perquisizioni domiciliari delegate dall’autorità giudiziaria monzese in Calabria, nelle province di Monza e di Como, con l’intervento delle unità cinofile per la ricerca di armi, esplosivi e stupefacenti, supportate da un assetto ad ala rotante del 2° Nucleo Elicotteri carabinieri di Orio al Serio (Bergamo).
La sparatoria a Seregno
I fatti risalgono allo scorso 11 luglio 2023 quando, alle 11.15, lungo via Wagner a Seregno, due gruppi armati a bordo di un furgone Iveco Daily 35 e una Fiat Punto si sono fronteggiati in un cruento scontro a fuoco che ha interessato 400 metri di strada urbana intensamente trafficata dove, con estrema ferocia e spregiudicatezza, hanno esploso almeno 14 colpi di pistola calibro 7.65 mm, anche nelle vicinanze di un oratorio nel pieno delle proprie attività.
Al termine di quell’evento il furgone Iveco Daily 35 era riuscito a dileguarsi mentre la Fiat Punto, dopo essere stata colpita da vari proiettili e speronata, era andata a impattare e fermare la propria corsa su sul marciapiede. Dei tre occupanti della Fiat Punto, due fratelli di 29 e 31 anni di origini calabresi, tutti commercianti di auto usate, erano rimasti illesi mentre il loro padre 59enne aveva riportato ferite d’arma da fuoco nella parte bassa della schiena con due colpi che non sono andati a interessare organi vitali né a provocare emorragie interne. Accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Desio non in pericolo di vita, il 59enne, dopo soli cinque giorni di degenza durante i quali gli sono state estratte le ogive dei proiettili, il 16 luglio era stato dimesso.
I primi arresti
Immediatamente dopo i fatti, i militari della Compagnia di Seregno e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, sotto il coordinamento della Procura di Monza, hanno avviato una serrata quanto imponente attività di indagine la quale, grazie all’analisi degli impianti di video-sorveglianza, attività di pedinamento e osservazione, numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di tabulati telefonici nonché agli accurati rilievi tecnici sui 400 m di scena del crimine, ha permesso in una prima fase di identificare le due persone che erano a bordo del furgone Iveco Daily 35, due fratelli anch’essi di origini calabresi di 28 e 48 anni (entrambi commercianti di materiali ferrosi di cui uno con precedenti per reati contro il patrimonio e porto abusivo di armi). I due, nel pomeriggio del 13 luglio 2023, in un’abitazione di Cesano Maderno sono stati arrestati con un fermo di polizia giudiziaria eseguito pochi attimi prima che potessero intraprendere la fuga verso una destinazione ignota con un’autovettura Mini ”pulita” che era stata portata loro da un parente già con il pieno di carburante.
Gli altri tre arresti
Successivamente, altri approfondimenti investigativi e la tempestiva analisi balistica effettuata dal Ris di Parma il giorno dopo il rinvenimento della pistola Star B. Echeverria Eibar España SA cal. 7.65 mm con matricola punzonata (avvenuto in data 14 luglio a pochi metri dal termine della corsa della Fiat Punto), hanno permesso di chiarire che il conflitto a fuoco aveva preso il via da parte degli uomini a bordo della Fiat Punto – destinatari dell’ordinanza odierna – che, incrociato il furgone Iveco Daily 35, dopo aver esploso sette colpi in sequenza senza andare a segno, si sono ritrovati a essere inseguiti e oggetto dell’azione di fuoco della parte avversa. Pertanto, alla luce dei gravi e concordanti indizi di reità emersi nel corso delle indagini, atteso il pericolo di reiterazione del reato, il pericolo di fuga e di inquinamento probatorio, nei confronti dei tre è stata emessa la misura cautelare odierna. Assolte le formalità di rito i tre – padre e due figli – saranno stati associati presso le case circondariali territorialmente competenti.