Lo scorso venerdì mattina i bagnanti di Montepaone hanno assistito a un fenomeno alquanto insolito e spettacolare, lo spiaggiamento di centinaia di organismi gelatinosi e a forma di barilotto, giunti fino a riva durante la notte. L’evento ha suscitato grande stupore e curiosità, ma anche il timore che potesse trattarsi di meduse o altri organismi urticanti.
Quel giorno, c’era anche il biologo marino romano Luciano Bernardo che ha subito tranquillizzato i presenti, anche stranieri, e che spiega così l’accaduto. Si è trattato di uno spiaggiamento massivo di salpe (Salpa maxima), creature assolutamente innocue, appartenenti al phylum dei Cordati, al subphylum dei Tunicati (o Urocordati) e alla classe dei Taliacei. Si presentano sia in forma isolata sia in lunghe catene di decine d’individui e possiedono due grosse aperture all’estremità del corpo, per l’entrata e l’uscita dell’acqua dalla quale trattengono il fitoplancton. Un vistoso nucleo rosso, contenente l’intestino, è posto all’estremità posteriore del corpo e sono visibili anche fasci muscolari circolari.
Il ciclo riproduttivo delle salpe comincia da un grosso individuo solitario (detto oozoide) che produce un lungo stolone sul quale si accrescono le gemme che daranno origine a una catena di salpe che successivamente si distacca dall’individuo capostipite. I singoli elementi della catena (detti blastozoidi) sono tutti di sesso femminile e, fecondati dagli spermatozoi, “partoriranno” un nuovo oozoide ciascuno. Subito dopo, le femmine del nastro si trasformano in maschi pronti a liberare nell’acqua gli spermatozoi che andranno a fecondare altre catene di salpe, dopodiché la colonia muore.
Queste creature sono rare e vivono in mare aperto, perciò sono poco conosciute, ma stavolta la corrente li ha trascinati sulla costa. Nell’arco della giornata, tutto è ritornato alla normalità, le salpe si sono sciolte al sole e il mare di Montepaone ha ripreso il suo solito aspetto.