I liceali calabresi sono tornati oggi nelle loro aule dopo tre mesi e mezzo di lezioni da remoto, ma molti banchi sono rimasti e rimarranno vuoti a causa della nuova ordinanza del presidente Nino Spirlì, che consente ai genitori di scegliere la didattica a distanza. Tante famiglie lo hanno fatto subito in tutte le città della regione, ma il numero delle adesioni sembra destinato a salire. Per esprimere preferenza verso la Did basta infatti, da parte di un genitore, inviare una mail alla scuola e senza neppure indicare, se non lo si ritiene, il motivo della scelta.
Quella che è già stata definita la scuola “à la carte” sta creando un prevedibile caos nelle segreterie scolastiche, già in fibrillazione per gli snervanti aggiustamenti di orario necessari per ottemperare all’obbligo di entrate a scaglioni disposto dalle prefetture. La previsione di due turni di entrata (con intervallo di almeno un’ora), richiesta per non creare eccessiva movimentazione di persone tra lavoratori e studenti, si scontra con l’insufficiente (o del tutto assente) coordinamento con il trasporto pubblico locale, che non è stato potenziato. Per questo motivo soprattutto i ragazzi pendolari hanno scelto la Dad – sia per mancata corrispondenza tra i nuovi orari e le corse dei mezzi, sia perché nella seconda tornata di arrivi molti autobus hanno esaurito i posti, salvo aggirare il divieto e accogliere in modo rischioso più passeggeri rispetto alla capienza consentita dallo stato di emergenza pandemica (situazione che, assicurano alcuni studenti, si è spesso verificata).
L’atteso primo giorno di scuola “dal vivo” è stato dunque disertato dalla maggior parte degli allievi. A Vibo, ad esempio – dove nelle ultime settimane in provincia sono stati accertati vari casi di positività in alcuni istituti tra primaria e media – oggi la prevista popolazione scolastica del 50% è stata presente nel solo liceo classico cittadino, registrando invece negli altri istituti una preponderanza di scelta della didattica integrata.
A Catanzaro, invece, secondo quanto dichiarato all’Ansa dalla dirigenza dell’Itc “Scalfaro”, gli studenti sono rientrati in presenza salvo rare eccezioni, ma chi viaggia dalla provincia starebbe valutando la Did.
In territorio reggino scuole chiuse nel comune di San Luca, che l’ordinanza del presidente della Regione lascia in zona rossa, ma anche due istituti di scuola primaria della città dello Stretto interessati da casi di soggetti positivi al Covid. Nel Tirreno Cosentino, una delle aree più colpite dai contagi, a Santa Maria del Cedro un’insegnante della scuola media è stata contagiata facendo scattare la misura della quarantena per una classe e la sanificazione dell’intero istituto. Notizie che accrescono il panico di chi ha figli in questi ordini di scuole. Sabato sera, dopo l’intervento last minute di Nino Spirlì, la reazione più forte alla nuova ordinanza resta infatti quella di sperava in uno stop deciso d’imperio dal presidente anche per gli studenti più giovani. Nonostante Spirlì abbia spiegato che dare la possibilità di scelta per la didattica a distanza significherebbe consentire un comportamento contrario a due sentenze giudiziarie, questi genitori continuano a lamentarsi.
Intanto l’Unsic, sindacato che da ottobre sta tenendo sotto osservazione i focolai di Covid legati agli ambienti scolastici, ha rilevato come, in contrasto con il trend nazionale, i contagi sembrino aumentare nei centri dove le scuole riaprono – ma i dati disponibili non riguardano la Calabria.
L’ordinanza di Nino Spirlì ha attirato critiche da tutto il comparto della scuola e dissenso è stato espresso anche dal presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha dichiarato la propria “totale disapprovazione in merito a un’ordinanza, tra l’altro, contestata anche dai sindacati”. Scrive Iacucci: “Non si annunciano provvedimenti del genere sui social a distanza di poco più di 24 ore dall’aperture delle scuole e non si può sminuire in questo modo, facendo ricadere sulle singole scuole la responsabilità del provvedimento, il lavoro certosino dei dirigenti scolastici che avevano già predisposto un Piano per il rientro in classe degli studenti. Noi continuiamo a chiedere alla Regione, e a pensare che sia fondamentale, la costituzione di un tavolo tecnico istituzionale per affrontare e coordinare al meglio con le varie istituzioni le questioni e le emergenze emerse con la diffusione del virus.”
Stamattina è stato confortante vedere i ragazzi, con zaini e mascherine, sostare ordinatamente davanti agli ingressi dei licei anziché in piazze e strade. Ma docenti e genitori a mezza voce fanno già il toto-Dad chiedendosi quanto durerà.
Isabella Marchiolo
Spirlì getta le scuole nel caos, la maggior parte delle famiglie sceglie la Did
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