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giovedì, 19 Settembre, 2024
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Stop in Calabria e Sud a vaccino contro bronchiolite neonati: Ministero Salute fa marcia indietro

Il Ministero della Salute ha fatto marcia indietro sulla decisione iniziale riguardo alla somministrazione gratuita del vaccino contro la bronchiolite per i neonati nelle regioni sotto piano di rientro sanitario come la Calabria. Dopo una circolare del 18 settembre che escludeva tali regioni dalla somministrazione senza costi dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab, oggi è arrivata una nuova comunicazione che ribalta questa posizione. Grazie a un’interlocuzione avviata con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), il trattamento sarà garantito a tutti i neonati a carico del Servizio Sanitario Nazionale, senza differenze territoriali.

Prima della retromarcia, la circolare ministeriale aveva escluso le regioni del Sud – Molise, Lazio, Abruzzo, Campania, Calabria e Sicilia – dalla possibilità di somministrare gratuitamente il Nirsevimab, definito anche vaccino anti-bronchiolite. Queste regioni, in piano di rientro, non avrebbero potuto garantire la terapia senza risorse aggiuntive, rendendo di fatto impossibile la copertura sanitaria gratuita per migliaia di neonati. Al contrario, le regioni del Centro-Nord, non vincolate dal piano di rientro, avrebbero potuto procedere alla somministrazione con fondi propri.

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L’allarme era stato sollevato da molti esperti, tra cui Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, che aveva dichiarato: “Non si possono discriminare i neonati in base alla regione in cui vengono al mondo. La salute è un diritto costituzionale, e temo che con la devoluzione si accentueranno sempre di più queste disparità.”

Il Nirsevimab-Beyfortus è un anticorpo monoclonale utilizzato per prevenire le infezioni da virus respiratorio sinciziale (VRS) nei neonati, un virus che può causare gravi forme di bronchiolite. Il farmaco, classificato come classe C, non è incluso nel Piano Nazionale Vaccini e si configura come una prestazione extra-Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), rendendo più complessa la sua inclusione nelle regioni con vincoli di bilancio. In Puglia, una legge regionale prevede comunque la somministrazione gratuita del trattamento, sebbene fino a oggi non fosse stata rispettata dal Governo nazionale.

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