“Dovreste ringraziare che il sistema è così, dovete essere felici di vivere in uno Stato in cui il sistema fa giustizia o è una garanzia e invece sembra che non siate felici, l’Italia è un paese democratico”. Così il gip di Verbania Donatella Banci Buonamici, che ha scarcerato sabato i tre fermati per l’incidente della funivia del Mottarone, mettendo ai domiciliari Tadini, ha risposto ai cronisti fuori dal Tribunale.
Il giudice entrando in Tribunale a Verbania ha risposto ad alcune domande dei cronisti. “L’ho scritta la mia posizione”, ha detto facendo riferimento all’ordinanza con cui ha rimesso in libertà il gestore Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio e ha mandato ai domiciliari Gabriele Tadini.
“Ho osservato che non sussisteva il pericolo di fuga, non esisteva – ha spiegato il gip – per le motivazioni che ho scritto, non ho ritenuto per due persone la sussistenza dei gravi indizi, non perché non abbia creduto a uno (ossia a Tadini, ndr), perché ho ritenuto non riscontrata la chiamata in correità, che deve essere dettagliata, questa non lo era ed era smentita da altre risultanze”. Il giudice Donatella Banci Buonamici ha aggiunto: “il pm fa il suo lavoro bene e io faccio il mio lavoro credo altrettanto onestamente, è il sistema, dovreste ringraziare che il sistema è così, dovete essere felici di vivere in uno Stato in cui il sistema fa giustizia o è una garanzia e invece sembra che non siate felici, l’Italia è un paese democratico”.
Operaio, non è colpa nostra, altri responsabili – “Noi operai siamo convinti che non c’entriamo nulla, dicono che ci dovevamo rifiutare di mettere i ceppi, ma noi prendiamo ordini dal caposervizio e nessuno si aspettava un pericolo del genere”. Lo ha spiegato Emanuele Rossi, un operatore della funivia del Mottarrone, che era in servizio quel 23 maggio e le cui dichiarazioni a verbale sono già agli atti dell’inchiesta e contenute nell’ordinanza del gip. Rossi ha aggiunto: “i ceppi, come ho spiegato agli inquirenti, erano su da 3 settimane”.
Intanto Eitan, il bambino di 5 anni unico sopravvissuto alla strage, ha lasciato il reparto di rianimazione ed è stato trasferito, nel primo pomeriggio, in quello di degenza. Lo si apprende da fonti mediche. Il piccolo, ricoverato all’ospedale infantile ‘Regina Margherita’ di Torino, è stato spostato, com’era stato annunciato dai medici, dopo che ieri la prognosi riservata è stata sciolta. Con lui c’è sempre la zia Aya.
(Ansa)