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domenica, 26 Gennaio, 2025
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Strage migranti in Calabria, parla il medico a bordo della motovedetta della Capitaneria di porto di Crotone

“Quando siamo arrivati sul punto del naufragio abbiamo visto cadaveri che galleggiavano ovunque ed abbiamo soccorso due uomini che tenevano in alto un bimbo. Purtroppo il piccolo era morto”. A raccontarlo è Laura De Paoli, medico che opera per la ‘Fondazione Cisom Cavalieri di Malta’ a supporto della Guardia costiera per gli interventi di soccorso in mare. “Abbiamo i due che tenevano in alto un bambino – aggiunge – e siamo riusciti a recuperarli. Erano il fratello e lo zio del bambino che, però, era senza vita. Abbiamo provato a rianimarlo ma aveva i polmoni pieni d’acqua. Aveva 7 anni”.

De Paoli, che ha una lunga esperienza in soccorsi in mare, era sulla motovedetta della Capitaneria di porto di Crotone intervenuta nell’immediatezza. “C’era mare forza 3 o 4, era difficile avvicinarci. La barca dei migranti era già a pezzi sulla spiaggia e noi avevamo intorno tanti cadaveri galleggianti”. La motovedetta con i due superstiti è poi rientrata al porto di Crotone. La dottoressa De Paoli ha operato in altri teatri di guerra e in soccorsi in mare con varie associazioni umanitarie ed ong ma, come racconta, non si era mai trovata davanti ad una catastrofe simile. “Io fatto soccorsi in mare, anche quello con la nave Prudence – dice – ma sempre salvataggi senza morti. Questa volta è stata devastante”.

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Intanto, purtroppo, sale il bilancio dei morti: è di 59 vittime accertate e 80 superstiti fanno sapere dal Centro coordinamento soccorsi attivato nella Prefettura di Crotone. Degli 80 superstiti, 21 sono stati portati in ospedale ed uno di loro è grave.

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