Vibo Valentia – Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro, con l’accusa di estorsione aggravata con modalità mafiose, ha chiesto una condanna di 7 anni e sei mesi per Graziano Maccarone, 44 anni (nel fotino), già segretario particolare del vescovo di Mileto, in provincia di Catanzaro.
Lo stesso pm, invece, ha invocato invece l’assoluzione per Nicola De Luca, anch’egli sacerdote, ex reggente della chiesa Madonna del Rosario di Tropea e che ha dismesso l’abito talare. Destinatario delle minacce R.M, costituitosi parte civile e difeso dall’avvocato Michele Gigliotti.
Secondo la tesi accusatoria i due sacerdoti avrebbero minacciato un conoscente per avere indietro dei soldi che gli avevano prestato vantando amicizie con la cosca Mancuso di Limbadi. Maccarone avrebbe anche scambiato oltre 3.000 messaggi a sfondo sessuale con la figlia disabile del debitore.
I fatti oggetto dell’inchiesta, condotta dalla squadra mobile di Vibo Valentia e coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dal pm della Dda Annamaria Frustaci, risalgono al 2012. L’aggravante delle modalità mafiose viene contestata in quanto Maccarone, nel corso di un incontro, avrebbe specificato che “il cugino mio è Luigi, il capo dei capi”.
Successivamente, sempre secondo l’accusa, il prete avrebbe contattato un parente di Nicotera, considerato legato al boss Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni”, facendo poi recapitare al debitore il messaggio di stare attento “che avrebbe fatto una brutta fine”.