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martedì, 26 Novembre, 2024
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Terzo arresto per la morte della calabrese Caterina Ciurleo uccisa a Roma da un proiettile vagante

Un 28enne italiano è stato arrestato oggi a Roma perché, gravemente indiziato di aver ordinato l’agguato dal quale è scaturito l’omicidio di Caterina Ciurleo, originaria di Anoia, in provincia di Reggio Calabria, avvenuto lo scorso 23 maggio in via Don Primo Mazzolari, zona Ponte di Nona. L’Ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere è stata eseguita dalla Squadra Mobile della Questura di Roma, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. La Ciurleo nel pomeriggio di quel giorno, mentre era all’interno di un’automobile di una sua amica, era stata colpita da un proiettile calibro 9 esploso dagli occupanti di una Fiat 500 rossa che si era affiancata, percorrendo un tratto della carreggiata contromano, alla macchina sulla quale viaggiava la vittima. A causa delle ferite riportate la donna era deceduta al Policlinico Tor Vergata la mattina successiva.

L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile aveva da subito fatto emergere che la vittima non fosse il reale bersaglio dell’agguato in quanto i colpi, almeno 5 calibro 9, erano stati esplosi in direzione di un’altra vettura che si trovava sulla medesima carreggiata percorsa dalla deceduta.

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Nell’ambito della stessa indagine, come noto, già lo scorso mese di luglio la Squadra Mobile aveva eseguito un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un ventiquattrenne di origini rumene e di un ventitreenne di origini peruviane, individuati come gli occupanti della Fiat 500 rossa dalla quale erano stati esplosi i proiettili fatali alla signora Ciurleo, e quindi come autori materiali in concorso del delitto. Ricostruita compiutamente la genesi dell’evento, è stato possibile raccogliere gravi indizi in merito al concorso morale del ventottenne italiano nella commissione dell’omicidio.

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L’Ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere è stata eseguita dalla Squadra Mobile della Questura di Roma, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.

La Ciurleo nel pomeriggio di quel giorno, mentre era all’interno di un’automobile di una sua amica, era stata colpita da un proiettile calibro 9 esploso dagli occupanti di una Fiat 500 rossa che si era affiancata, percorrendo un tratto della carreggiata contromano, alla macchina sulla quale viaggiava la vittima. A causa delle ferite riportate la donna era deceduta al Policlinico Tor Vergata la mattina successiva. L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile aveva da subito fatto emergere che la vittima non fosse il reale bersaglio dell’agguato in quanto i colpi, almeno 5 calibro 9, erano stati esplosi in direzione di un’altra vettura che si trovava sulla medesima carreggiata percorsa dalla deceduta.

Nell’ambito della stessa indagine, come noto, già lo scorso mese di luglio la Squadra Mobile aveva eseguito un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un ventiquattrenne di origini rumene e di un ventitreenne di origini peruviane, individuati come gli occupanti della Fiat 500 rossa dalla quale erano stati esplosi i proiettili fatali alla signora Ciurleo, e quindi come autori materiali in concorso del delitto. Ricostruita compiutamente la genesi dell’evento, è stato possibile raccogliere gravi indizi in merito al concorso morale del ventottenne italiano nella commissione dell’omicidio.

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