“La solidarietà e lo stretto coordinamento sono i modi più efficaci e sicuri per rispondere alla Covid-19. Insieme ai nostri partner globali abbiamo raccolto impegni per 7,4 mld di euro: il vaccino contro la Covid-19 deve essere un bene pubblico globale e l’accesso deve essere equo e universale”. Così il portavoce per la Salute della Commissione Europea Stefan De Keersmaecker commenta le dichiarazioni del Ceo di Sanofi Paul Hudson, che in un’intervista a Bloomberg ha affermato che gli Usa saranno i primi a ricevere un vaccino contro la Covid-19, se la compagnia farmaceutica francese, che ha un amministratore delegato britannico, riuscirà a svilupparlo.
Per Hudson, il governo americano è stato il primo finanziatore della ricerca di Sanofi ed è quindi corretto che gli Usa ricevano per primi il vaccino, se la ricerca della società francese darà buoni frutti. “Abbiamo dato 80 mln di finanziamenti alla tedesca Curevac, che ha una tecnologia promettente per il vaccino. Una volta sviluppato, il vaccino deve passare attraverso un processo di approvazione e l’Ema assicurerà un processo il più veloce possibile. Per noi è molto importante che, visto che il virus è globale, ci lavoriamo a livello globale”, spiega De Keersmaecker.
Riguardo all’accesso ai finanziamenti Ue da parte della multinazionale francese, il portavoce capo Eric Mamer ha notato che “ci sono dei programmi di ricerca ai quali Sanofi può attingere”, aggiungendo però di non avere i dati sottomano. “Questa questione – ha detto ancora de Keersmaecker – sta molto a cuore alla commissaria Stella Kyriakides, che ne ha parlato con i ministri della Salute. E’ un elemento davvero al cuore del dibattito nel quadro della risposta europea alla pandemia”.
Le dichiarazioni di Hudson hanno scatenato un pandemonio in Francia, dove sono morte più di 27mila persone a causa della pandemia di Covid-19. La viceministra dell’Economia Agnes Pannier-Runacher ha detto che una mossa simile da parte di Sanofi sarebbe “inaccettabile”, non senza sottolineare che la compagnia farmaceutica ha stabilimenti produttivi in Francia. Olivier Faure, segretario del Partito Socialista, ha scritto su un social network che la ricerca di Sanofi “è largamente finanziata dal credito d’imposta per la ricerca. Non possiamo dipendere dalla Cina per le mascherine e vedere la nostra stessa produzione partire per gli Usa. Il governo non può permetterlo”.
(Adnkronos)