Dopo la scomparsa, il 4 marzo scorso, della ginecologa 32enne Sara Pedri e dopo l’enorme indignazione suscitata nell’opinione pubblica, per quanto si sarebbe verificato all’interno del reparto dell’ospedale di Trento, dove sono state denunciate pressioni e umiliazioni, di cui la stessa Sara aveva parlato alla sorella Emanuela, ora 70 ostetriche in servizio all’ospedale Santa Chiara saranno ascoltate, come avevano richiesto in una lettera pubblica, dalla commissione interna istituita dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento (Apss).
Lo ha confermato lo stesso direttore sanitario dell’azienda, Antonio Ferro. La commissione- come riporta il Corriere.it – sarĆ impegnata anche la prossima settimana nell’ascolto del personale del reparto di Ginecologia e Ostetricia, lo stesso dove Sara Pedri ha prestato servizio per tre mesi.
Nelle scorse settimane la sorella della giovane scomparsa, Emanuela Pedri, aveva esplicitamente parlato di mobbing e di continue umiliazioni sopportate da Sara. āDa quando ho iniziato a chiedere la veritĆ mi hanno contattata spontaneamente almeno venti ex colleghi di Sara ā continua Emanuela ā Tutti mi hanno confermato che nel reparto in questione ci sono condizioni pesanti. Al punto che, piuttosto che chiedere aiuto, ben undici professionisti hanno preferito chiedere il trasferimento o si sono licenziati. Abbiamo raccolto tutte le testimonianze e il nostro legale, lāavvocato Nicodemo Gentile, ha presentato una corposa memoria in procura. La veritĆ ĆØ che Sara ĆØ stata umiliata, derisa, discriminata perchĆ© si era specializzata allāuniversitĆ di Catanzaro. Penso che abbia compiuto un gesto estremo. Sara pensava di essere una delusione”.
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