“La variante Delta” o ‘indiana’ di Sars-CoV-2 “colpisce di più la fascia giovanile e sotto i 30 anni, ed è anche logico perché sono tra i meno vaccinati. I numeri stanno uscendo in questi giorni”. Lo ha sottolineato Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e consulente del commissario per l’emergenza Covid, durante la presentazione del suo libro ‘Generazione V’ (edito da Paesi Edizioni), dedicato ai professionisti sanitari. Rasi ha anche rimarcato come, proprio per questa aggressività della variante Delta, “è importantissimo vaccinare anche la fascia 12-16 anni”.
“I casi di ospedalizzazione dei ragazzi sotto i 30 anni, dovuti alla variante Delta, sono bassi – ha comunque precisato Rasi – perché è una fascia di età meno vulnerabile”. Sulla possibilità che sia necessaria una terza dose di vaccino anri-Covid, “è molto difficile dare un risposta. Anche a zero anticorpi ci sono cellule della memoria e il sistema immunitario può rifare anticorpi se stimolato. La cosa buona è che ogni mese di osservazione abbiamo aumentato di un mese il periodo in cui fare la terza dose” eventuale. “Io sono convinto che prima di un anno dalla seconda dose non sia logico rifare il vaccino”, ha affermato Rasi. “Sarebbe interessante fare terza dose che includa una maggiore risposta alle varianti presenti in quel momento. Quindi prepararsi sì, ma non ho una risposta se si farà o meno la terza dose”, ha sottolineato.
Quanto al via libera delle autorità italiane al mix di vaccini anti-Covid diversi tra prima e seconda dose “non è un esperimento” fatto ‘sulla pelle’ dei cittadini. E non è nemmeno “un precedente pericoloso” che si crea, anzi “tutt’altro. Dal punto di vista scientifico, della cosiddetta vaccinologia”, la vaccinazione eterologa è “piuttosto una regola. E’ diffusa l’idea che cambiare vaccino contro lo stesso bersaglio sia più efficace e c’è tanta letteratura su questo”. E anche nello specifico, sul mix di vaccini differenti contro Sars-CoV-2 “i dati ci sono”, rassicura Rasi.
(Adnkronos)