“Io vedo i figli per una o due volte al mese per una mezz’ora, cerco di stargli fisicamente vicino il meno possibile, per sicurezza.” E ancora: “Non vado al cinema da 30 anni”. “Mi piacerebbe fare una passeggiata in bicicletta, l’ultima volta è stata nell’89”. E’ questa la vita del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, magistrato da molti anni in prima fila nella lotta contro la ‘ndrangheta e che, proprio per questa infaticabile attività investigativa è dal 1989 sotto il mirino delle ‘ndrine e, di conseguenza, vive una vita sotto scorta. A raccontare questa esistenza blindata fatta di lavoro, coraggio e qualche domenica di serenità a lavorare la terra, è un servizio de Le Iene andato in onda nella puntata di martedì 11 aprile. Il servizio inizia con un viaggio in auto, in cui il magistrato, mentre guida, racconta (quello che può) delle precauzioni che vengono prese ogni giorno per garantirgli spostamenti sicuri.
Gratteri si fida di pochissime persone, si sposta con una scorta di primo livello, e se ci sono percorsi abitudinari, il caposcorta cambia sempre il tragitto. E per garantire la massima sicurezza dei viaggi viene utilizzata anche tanta tecnologia: dispositivi di ultima generazione, capaci di bloccare onde e quindi dispositivi esplosivi comandati a distanza. Questo anche perché, spiega l’inviato de Le Iene, nelle ultime intercettazioni, due ‘ndranghetisti sono stati ascoltati mentre si scambiavano idee sull’eventualità di far saltare in aria l’odiato magistrato attraverso esplosivo telecomandato.
“Ci sono in particolare delle famiglie di ‘ndrangheta per cui ormai sono un’ossessione”. Spiega Gratteri. E per capire perché basta guardare ai numeri della sua lunga attività professionale.
A Reggio Calabria ha catturato 350 latitanti. In tutto, dice di aver indagato e messo in prigione: “ Più di 2000 persone non lo so. Sicuramente avrò fatto anche qualche errore, l’importante è lavorare sempre in buona fede”.
Gratteri è sposato e ha dei figli. La moglie insegna matematica alle medie, e il magistrato racconta difficoltà affrontare in zone ad alta densità mafiosa “Ci sono stati momenti in cui andava a scuola e la bidella le sputava per terra, perché era sposata con me.”
Cosa bisognerebbe fare, chiede la Iena, per cambiare in meglio le cose e ripulire a fondo i territori dalla criminalità. La risposta di chi questa materia la maneggia ogni giorno è:
“Nella macchina burocratica c’è veramente gente imbarazzante, incapace. Per cambiare devi fare quello che serve, a prescindere da chi può essere utile, senza guardare in faccia a nessuno”.
Se gli si chiede quanto guadagna e se la ritenga una cifra giusta, il Procuratore di Catanzaro risponde: ““Prendo 7300€ al mese, i politici prendono il doppio? Se lavorano va benissimo, il problema è quando non fanno quello che devono”.
E a proposito di politica, cosa ne pensa Gratteri sulla polemica relativa alle intercettazioni, di cui il ministro Nordio ha fatto intendere si fa un uso troppo disinvolto:
“Quando un collaboratore ti racconta un omicidio, hai bisogno di un riscontro. C’è da dire, che poi hanno spiegato al ministro come funziona e lui ha specificato che quelle frasi sulle intercettazioni non includevano indagini su mafia e terrorismo. Ma è importante che non vengano limitate nemmeno nell’ambito della pubblica amministrazione. Spesso lo snodo tra politica e criminalità passa per la pubblica amministrazione. Se le indagini si bloccano su quel fronte, quello è grave”.
In questa vita sempre in prima linea, quando vuole concedersi un momento di stacco, si dedica a lavorare la terra.
“E’ la mia terapia. Coltivo bergamotto, faccio operaio la domenica. Una volta di domenica lavoravo sul trattore, mi ha chiamato un ministro, ma io ho detto che in quel momento non potevo.”
(Fonte: taday.it)