Abbiamo incontrato Vanessa Gravina, presso il Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme prima della pièce teatrale ‘Testimone d’accusa’, nato dalla fervida scrittura di Agatha Christie.
Lei ha definito ‘Testimone di accusa’ un thriller geniale…
Si, direi ancora di più la definirei una genialata, proprio perché lascia senza parole dall’inizio alla fine ed anche per noi che lo interpretiamo è una rivelazione continua perché è un meccanismo enigmatico pieno di misteri, pieno di rivelazioni come dicevo e soprattutto per il pubblico che assiste è davvero una “genialata”.
‘Testimone di accusa’ fu adattato anche per il cinema, lei crede che nella versione teatrale si dia il meglio per Agatha Christie per questo testo?
Noi in Italia abbiamo avuto come esempio classico di quest’opera solo la versione cinematografica.
Un grandissimo successo in Inghilterra ma in realtà qui in Italia non era mai stato presentata in una edizione teatrale. Devo dire che con il pubblico stiamo riscontrando un successo davvero forte, strabiliante. Questo significa che il testo dell’opera è forte di per sé quindi non ha bisogno come dire di orpelli, la versione cinematografica è bella ma io ritengo che l’opera teatrale lo sia ancora di più.
Nella rappresentazione teatrale ci sono i giurati che addirittura “prendete” dal pubblico. Nelle altre date quale è stata la reazione, erano intimiditi, si sono divertiti?
Beh…Diciamo che è un’esperienza emozionante ogni sera perché noi abbiamo giurati sempre nuovi. Ecco ed è un modo bello perché hai, come con i processi dell’epoca, il pubblico, hai della gente che assiste a questi processi, quindi ricreiamo la stessa scena. Per noi avere loro sul palco è una emozione ma anche per loro stare all’interno del palcoscenico è importante e quindi è una situazione veramente molto bella e sorprendente.
Lo stress delle ore di registrazione i copioni da imparare a memoria, insomma il lavoro in una fiction è completamente diverso, se potesse scegliere farebbe più fiction che teatro?
Sono cose molto diverse, molto differenti e diceva che la memoria è il tema più importante per una fiction. È uno sforzo mnemonico molto, molto, impegnativo. Noi ogni settimana impariamo mediamente 60-70 pagine a memoria di testo. Diciamo che il teatro una volta che ha imparato la pièce è un volo leggero, leggero. Diciamo che entrambi sono importanti. La differenza è che in sostanza qui ogni sera vieni a contatto con il pubblico, un grande esorcismo è un segno di crescita, con della magia che si crea, c’è sempre un grande fascino, il cinema invece comunque, ti mette in comunicazione con milioni di persone e quindi sono cose molto diverse però non mi sentirei di rinunciare a nessuna delle due
‘Testimone di accusa’ è stata una rappresentazione teatrale che si è tenuta anche al Comunale di Catanzaro. Le due tappe calabresi sono state proposte da AMA Calabria, diretta da Francescantonio Pollice rassegna 2022/2023 sostenuta dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria.
Intervista di Paolo Giura