Gli uomini della squadra mobile di Reggio Emilia entrano nella lussuosa villa a Soliera per apporre i sigilli. La dimora, di proprietà dei due coniugi modenesi Alberto Alboresi e Genoveffa Colucciello, è stata infatti messa sotto sequestro, insieme ad alcuni terreni sempre riconducibili ai due. Il sequestro preventivo, per un valore di oltre 700 mila euro e finalizzato alla confisca, è stato deciso dal Gip del Tribunale di Reggio su richiesta della Procura della Repubblica: nel mirino c’è il presunto profitto provento del reato di autoriciclaggio commesso dai due coniugi. Ma sui loro conti correnti quella somma non c’è, allora gli inquirenti hanno posto i sigilli ai loro beni.
Il sequestro rientra nell’ambito dell’operazione contro la ‘ndrangheta denominata ‘Perseverance’. Nel marzo scorso le indagini della squadra mobile che si concentravano su Salvatore Muto, 36 anni, fratello di Luigi ed Antonio, entrambi condannati nel processo ‘Aemilia’ per associazione a delinquere di stampo mafioso, avevano consentito di registrare nelle intercettazioni la richiesta, avanzata dai due coniugi alla cosca, di far del male alla badante di tre facoltosi fratelli residenti nelle campagne modenesi. La donna infatti secondo loro costituiva un ostacolo. Genoveffa Colucciello infatti era direttrice dell’istituto bancario dove gli anziani fratelli avevano depositato i propri soldi. L’analisi dei conti correnti e dei flussi di denaro ha permesso alla Squadra Mobile reggiana di ricostruire la sottrazione sistematica: creavano conti correnti fittiziamente intestatati ai fratelli e tramite questi eseguivano bonifici a società ‘cartiere’. Queste cartiere erano inesistenti aziende edili che avrebbero dovuto eseguire lavori di ristrutturazione. Nell’arco di pochi anni i due coniugi avevano sottratto ai fratelli agricoltori oltre un milione di euro.
Il nome di alcune di queste società inesistenti era già emerso nell’ambito dell’operazione ‘Billions’. Nel marzo dello scorso anno i due erano stati arrestati insieme ad altre 5 persone, su richiesta della DDA, per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ora si è arrivati al sequestro dei loro beni. La Polizia reggiana ha eseguito anche altri sei decreti di perquisizione a carico di persone indagate per avere riciclato, attraverso le proprie società ‘cartiere’, il denaro distratto agli anziani fratelli.
(Fonte: reggionline.it)