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Giuseppe Zuccatelli non perde il vizio di cambiare idea. Dopo la puntata mistery su Cottarelli e il suo sosia smemorato, la sanità calabrese si appassiona ora a un altro colpo di scena: Zuccatelli accetta o lascia? Riuscirà Conte a liberarsi di una nomina rivelatasi un errore stratosferico che tutti i suoi alleati gli rimproverano?
Commissario straordinario alla sanità nuovo di zecca, il medico emiliano sembrava aver riflettuto sull’opportunità di salutare la Calabria (dove, lo ricordiamo, benché manager per il risanamento delle aziende ospedaliere di Catanzaro, è appena rientrato solo con il responso dell’ultimo tampone che lo vede finalmente negativo al Covid) dopo il diluvio di accuse, sdegno e insulti che lo avevano travolto a pochi minuti dalla circolazione virale dei video in cui, con fraseggio da osteria, dissertava di mascherine superflue, baci da record e organi maschili ancor più inutili. Scivoloni dai quali nella maggioranza di governo, si dissociano proprio tutti. Il ministro Speranza aveva provato a difenderlo sostenendo la versione delle dichiarazioni vecchie e legate a un quadro clinico ancora incerto del virus. Poi il collettivo delle Femministe Cosentine sbugiarda definitivamente il professore di Cesena mostrando, registrazioni alla mano, che il video risale a maggio – epoca non proprio di esordio della pandemia. I Cinquestelle insorgono con una nota in cui parlano di “nomina beffa” e ne chiedono il ritiro. E Nicola Fratoianni, deputato di Leu (partito a cui Zuccatelli è molto vicino), imbarazzato, dichiara a denti stretti che “a tutto c’è un limite, va bene l’urgenza ma così non si può”.
Nelle stesse ore c’era stato lo show-verità del suo predecessore, che alla corte televisiva di Massimo Giletti aveva lanciato la bomba di un complotto per defenestrarlo accollandogli un vecchio debito da 100 milioni, segnalato proprio da Zuccatelli che, in diretta tv, aveva appreso dell’ipotesi di denunce in procura che, se confermato il riferimento al suo nome, potrebbero riguardarlo. Alla luce dei fatti, questa mattina dal Corriere era rimbalzata la notizia che il commissario in pectore avesse intenzione di presentare dimissioni spontanee, dicendo no grazie a Conte. Una scelta ragionevole, tanto più che voci romane facevano circolare il nome di un papabile a furor di popolo, Gino Strada, già destinatario di una telefonata informale del premier. Una candidatura, quella del fondatore di Emergency, che a moltissimi calabresi piace e persino promossa da un’immediata petizione-passaparola sui social.
Ostacolo non da poco resta la rimozione di Zuccatelli, nominato soltanto due giorni fa. Unica soluzione è che vada via lui, spontaneamente, come le indiscrezioni (e soprattutto il buon senso) lasciavano intendere fino a stamattina. Ma nel pomeriggio tutto cambia di nuovo. Zuccatelli arriva alla stazione di Lamezia – con la mascherina sul viso. Dopo alcune scenette da sordo al telefono con vari giornalisti, Cosenza Channel era riuscito a sentirlo durante il viaggio in treno, ottenendo una dichiarazione d’intenti ben precisa: “Sono pronto. Non ho intenzione di rinunciare, aspetterò che il decreto venga pubblicato in gazzetta e prenderò servizio”. Ovvero: io non mollo, cacciatemi voi. Peraltro, in Calabria dobbiamo tenercelo, essendo ancora commissario degli ospedali catanzaresi.
Isabella Marchiolo