Fa discutere l’indicazione del tempo massimo di esecuzione di una visita specialistica o di un esame radiologico contenuta nel Decreto del Commissario alla sanità Roberto Occhiuto che, per la riduzione delle liste d’attesa, assegna a ciascuna Azienda sanitaria risorse per le prestazioni aggiuntive, svolte da personale medico ed infermieristico. Nello specifico ecco alcune tempistiche previste nel decreto: 20 minuti per una prima visita cardiologica, ginecologica o oculistica, ecc.; 30 per una risonanza del cervello anche se eseguita con mezzo di contrasto; 15 per un elettrocardiogramma dinamico; 15 minuti per un ecocolordoppler dei tronchi sovraortici sia se l’esame si esegue a riposo che dopo prova fisica o farmacologica; 30 minuti per un test cardiovascolare da sforzo. Per la Cisl medici Calabria già il Tar Lazio nel 2018 ha bocciato le visite ‘a tempo’ e riconosciuto l’autonomia di giudizio del professionista circa la congruità del tempo da riservare a ciascuna visita. In questo mondo, infatti, “non si garantisce la qualità, l’appropriatezza e la sicurezza delle cure, incidendo sulla tutela del diritto alla salute dei cittadini ed oltremodo sulla responsabilità dei medici, ai quali è preclusa una analisi accurata e attenta del paziente”.
“Questa regolamentazione – aggiunge Nino Accorinti – è inaccettabile sia dal punto di vista contrattuale, andando oltre i vincoli normativi e violando gli accordi pattizi nella specialistica ambulatoriale, e sia dal punto di vista deontologico, poiché il rapporto medico-paziente non può essere cronometrato, prescindendo da tutte le peculiarità e complessità eventualmente emergenti nella visita del singolo paziente”.
“La Cisl medici – conclude Accorinti – pur condividendo l’esigenza di ridurre le liste di attesa, nel rispetto dei criteri di efficienza e di appropriatezza nella erogazione delle prestazioni, non può rimanere inerte davanti alla decisione della Regione e delle Aziende di creare limiti alla libertà ed all’indipendenza della professione medica, prevedendo visite ‘cronometrate’ incompatibili con l’etica e la sicurezza delle cure, e quindi ha dato mandato ai propri legali di valutare ogni possibile iniziativa a tutela dei professionisti e dei pazienti”.