“Il fatto non costituisce reato“. Con questa motivazione il Giudice per l’udienza preliminare di Roma ha assolto il giornalista Vittorio Feltri accusato di istigazione all’odio razziale. Il processo svolto con il rito abbreviato nasceva da una denuncia presentata dall’ex senatore Saverio De Bonis in cui contestava a Feltri una serie di articoli e interventi televisivi, nel periodo compreso tra il 2017 e il 2020, contro i meridionali.
Alcune delle frasi pronunciate tempo fa dall’attuale direttore editoriale de Il Giornale: Ā«Tra Nord e sud un abisso. Milano grande, Roma grande immondezzaio di ItaliaĀ». “Al Sud sono contro le autonomie perchĆ© vogliono vivere sulle spalle degli altri“. ” I meridionali? In molti casi sono inferiori“. Poi scattĆ² la denuncia da parte dell’allora senatore De Bonis, poi espulso dal M5S.
In una memoria presentata dall’avvocato Valentina Ramella, difensore di Feltri, si spiegava che “la semplice diffusione di unāopinione non puĆ² di per sĆ© considerarsi propaganda”. Inoltre – sempre secondo quanto sostenuto da Ramella – lāarticolo 604-bis parla chiaramente di discriminazione razziale, nazionale, etnica e religiosa “e i meridionali non rientrano in nessuna di queste categorie“.
Ripeterebbe oggi quella frase? “Sapendo il putiferio che ĆØ scoppiato dopo quellāaffermazione, non la ripeterei. Eviterei“, spiega Feltri intervista da Libero. E poi: “Chi mi conosce sa del mio legame con il Meridione”, ha poi aggiunto ricordando che da bambino trascorreva le estati a Guardialfiera, nellāentroterra molisano. “Ho la cittadinanza onoraria di Guardialfiera. Conservo il ricordo di mesi bellissimi, della gente, della loro generositĆ , della simpatia, dei luoghi che erano ancora incontaminati e per me pieni di fascino”.