“Gli aumenti dei cereali, sui mercati mondiali a cascata si riversano su quelli locali. Questo quanto sostiene Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, commentando i dati che emergono dai contratti future alla chiusura annuale del Chicago Bord of Trade, punto di riferimento internazionale per il mercato delle materie prime agricole.
“La Calabria – aggiunge – paga poi un gap di un altro 20% poiché siamo penalizzati da uno svantaggio logistico, in quanto le materie prime arrivano prevalentemente nei porti del Nord e in particolare a Ravenna. Per non dimenticare – ricorda – che sono aumentati anche i costi per gasolio ed energia elettrica, conseguenze che scoraggiano gli investimenti”.
“La Coldiretti nazionale – spiega ancora – è molto attenta a quanto sta succedendo e ha richiesto la convocazione di un tavolo zootecnico presso il Ministero per individuare strumenti che consentano di fissare i prezzi su valori che non scendano a livelli inferiori ai costi di produzioni sostenuti dalle aziende”.
“L’emergenza Covid – prosegue Aceto – ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono però riconosciuti in molti casi compensi per la carne e per il latte più bassi degli scorsi anni. In gioco c’è il futuro dell’allevamento e nell’immediato bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera per non perdere capacità produttiva nella nostra regione, che è comunque deficitaria per i prodotti zootecnici. Cosa possiamo fare allora alle nostre latitudini? Sicuramente – dice il presidente di Coldiretti Calabria – ridurre la dipendenza dall’estero potenziando le filiere locali delle colture proteiche per diventare più autonomi possibili”.
“Dobbiamo – insiste – aprirci a queste colture prevedendo investimenti nel PSR . Per coltivare la soia occorre estendere la superficie irrigua, abbiamo terreni incolti e/o asciutti non irrigati, ma con adeguati investimenti sulla dotazione irrigua potremmo fare il salto di qualità , mettendo in atto strategie per incentivare la coltivazione delle materie prime nella nostra regione. Tutto questo – conclude – permette agli allevatori di recuperare competitività e assicurare gli investimenti”.